Il gender gap nella cybersecurity italiana passa dalla fatica ad acquisire ruoli di CTO, CIO e CISO e dalla differenza di trattamento economico. I dati emersi dal rapporto AIPSI CSWI 2021, le esperienze sul campo, cosa fare per superare il divario di genere 6 secondi fa Marco R. A. Bozzetti Presidente AIPSI - Associazione Italiana Professionisti Sicurezza Informatica Il gender gap nella cybersecurity italiana esiste: è la fotografia emersa dal rapporto AIPSI CSWI 2021. L'indagine su 'Il lavoro femminile nella sicurezza digitale in Italia' è stato presentato dall'Associazione Italiana Professionisti Sicurezza Informatica il 29 novembre 2021. Divario di genere, colmarlo usando tecnologie e social: ecco come Indice degli argomenti Rapporto AIPSI CSWI 2021 Gender gap e cybersecurity: l'esperienza sul campo Cosa è AIPSI Rapporto AIPSI CSWI 2021 Il Rapporto AIPSI CSWI 2021[1] evidenzia il gap di genere nel campo della cybersecurity in Italia, almeno secondo le 468 rispondenti, soprattutto con le risposte fornite a specifiche tre domande: WHITEPAPER Quali sono le minacce digitali che mettono in pericolo le vendite al dettaglio? Retail Sicurezza Scarica il Whitepaper 1. L'essere donna favorisce o no l'espletamento delle attività professionali nel campo della cybersecurity? Il 57,1% ritiene che nel suo attuale lavoro nella cybersecurity l'essere donna sia sostanzialmente indifferente, il 22,1% ritiene che sia sfavorevole e solo il 2,6% lo ritiene favorevole; 2. La donna che lavora in questo campo riesce a bilanciare il tempo da dedicare alla professione rispetto a quello personale/famigliare? Il 23,5% delle rispondenti ha difficoltà nel conciliare la propria attività professionale con quella personale e famigliare; 3. A parità di condizioni, la retribuzione delle donne per le attività che svolgono nel campo della cybersecurity è uguale, inferiore o superiore a quella degli uomini? Il 34,2% ritiene di essere pagata meno degli uomini, il 25% di avere una retribuzione analoga, e solo il 3,9% di essere pagata di più. Una non trascurabile percentuale ha risposto 'non so': correlando queste risposte con la fascia di età delle rispondenti, si è riscontrato che questa risposta è prevalente nella fascia delle più giovani, che ragionevolmente hanno poca esperienza e che normalmente non hanno accesso alle informazioni sulle retribuzioni dei colleghi e di quali sono le retribuzioni del mercato italiano. Le risposte a queste tre domande dipendono anche dal livello di maturità della maggior La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 14/01/2022 00:41 Sito Web parte delle rispondenti, 78,2% con una età maggiore di 35 anni, ed il 72% laureate. Un altro importante aspetto emerso dall'indagine è che il lavoro femminile nella cybersecurity, indipendentemente dal ruolo e dal tipo di attività, è svolto soprattutto per passione ed interesse nella materia, non per motivi economici. Per più della metà delle rispondenti lavorare nella cybersecurity piace per il suo alto tasso di innovazione, per il continuo contatto con le tecnologie digitali, oltre che per la sua interdisciplinarietà. Il dover affrontare problemi di complessità, tipici nella maggior parte di interventi nella sicurezza digitale, è considerato un aspetto positivo e di interesse per quasi un terzo delle rispondenti. Invece gli aspetti ed i ritorni economici a livello personale non sono considerati motivanti e di primario interesse (tra l'1,15% ed il 7,5%, a seconda delle diverse domande poste). Nel complesso l'indagine indica che il gender gap esiste, soprattutto in termini retributivi, ma che è meno grave, e/o forse meglio gestito dalle rispondenti, almeno in questo specifico settore. Il Rapporto CSWI 2021 ha ripreso e confrontato i dati del recente rapporto europeo WID - Women In Digital: il divario di genere retributivo non corretto a livello europeo è passato dal 18% nel 2020 al 19% nel 2021, quindi con un peggioramento di un punto percentuale, mentre l'Italia è migliorata di tre punti, passando dal 19% al 16%. Questi sono dati per l'intero settore ICT, e non per la sola cybersecurity, ma indicano un significativo trend di miglioramento, nell'ICT italiano, del divario di genere, e che ovviamente tiene conto anche della sicurezza digitale. Gender gap e cybersecurity: l'esperienza sul campo Il webinar di presentazione del rapporto CSWI 21 è stato seguito dalla tavola rotonda 'Quali le differenze di genere nel lavoro femminile nella cybersecurity in Italia?'. Hanno partecipato, in ordine alfabetico: Ing. Yvette Agostini, consulente indipendente, past Consigliera AIPSI e past coordinatrice di CSWI, Segretariato di CSA Italy; dott.a Sara Colnago, CoFondatrice Swascan, CEO Business Competence, inserita tra le top 100 Tech Influencer di Forbes e Inspiring Fifty; ing. Mariangela Fierro, Managing Director Accenture Security, in rappresentanza di Assintec-Assinform; dott.a Paola Generali, Presidente Assintel, Consigliera della Camera di Commercio MI, MB e LO, Managing Director GetSolution; dott.a Loredana Mancini, OWASP/WIA Diversity and Inclusion Vice Chair e Socia Fondatrice Donne 4.0. Tutte le partecipanti si sono dette d'accordo coi risultati dell'indagine, e la discussione, basata sull'esperienza sul campo, ha approfondito alcuni aspetti specifici della differenza di genere, che in molti casi sono generali e non solo attinenti al lavoro femminile nella cybersecurity. Marco Bozzetti, Presidente AIPSI e coautore del Rapporto, ha dovuto gestire la tavola rotonda in sostituzione di Laura Rivella, consigliera AIPSI e coordinatrice del SIG CSWI, che non ha potuto partecipare per un grave imprevisto. AIPSI ha voluto tra le partecipanti le rappresentanti delle due associazioni delle aziende dell'ICT: Confindustria con Assintec-Assinform e Confcommercio con Assintel.